È uno dei migliori esempi di costruzione in stile Barocco presenti nel nostro Paese, edificato a partire dal 1634 su un preesistente castello. Lo splendido “Palazzo Ducale” di Modena, sede della prestigiosa Accademia Militare, è uno dei casi più noti in Italia di risanamento con tecnologia di deumidificazione CNT. A raccontarci l’edificio e le fasi di risanamento di alcune sue parti è il geometra Andrea Fava, che ha seguito passo passo l’installazione dei dispositivi di Domodry.
L’installazione eseguita finora è una prova sperimentale per il completo risanamento della struttura

 

L’edificio si sviluppa su tre elevazioni fuori terra, oltre a un piano seminterrato, ed è costituito da una struttura interamente realizzata in muratura portante (non si esclude la presenza di porzioni di costruzione edificati in pietra). Nel corso dei secoli, la struttura originaria ha subito diversi interventi di ristrutturazione, per lo più interni, per adattarsi alle varie destinazioni d’uso: di recente, sono stati ultimati i lavori di rifacimento dello splendido prospetto principale che si affaccia su Piazza Roma.

«L’intero complesso soffre praticamente da sempre di una grave e diffusa aggressione da parte dell’umidità da risalita capillare, essendo la stessa umidità una caratteristica intrinseca alla costruzione stessa sin dai tempi della sua edificazione originaria – racconta il geometra Fava -. Basti pensare che i Duchi, nel corso dei secoli, raggiungevano i sotterranei dell’immobile navigando attraverso i canali che scorrevano al di sotto dello stesso edificio».

In particolare, a patire una notevole aggressione da parte dell’umidità da risalita capillare erano alcuni locali tecnici, ubicati al piano leggermente rialzato, che ospitano il Corpo di Guardia dell’Ufficiale di Picchetto e il centralino, con annessi servizi e dormitori. Qui, oltre a un considerevole degrado superficiale della murature, gli ambienti si presentavano come fortemente insalubri e maleodoranti, afflitti da odori sgradevoli, con aria stagnante e viziata.

«L’installazione delle apparecchiature con raggio d’azione pari a 15 metri è avvenuta l’8 gennaio del 2013. Il dispositivo è stato posizionato nel locale di servizio, attiguo al Centralino ed agli uffici – spiega Fava -. Contestualmente è stato eseguito un rilevamento termografico all’Infrarosso, in quei locali ove è stato possibile accedere, ed è emersa una situazione iniziale che vedeva le murature fortemente intrise di umidità, con delta termici che superavano abbondantemente i 3°C. racchiusi in circa un metro di altezza».

Tradotto in termini pratici, questi valori significavano che la notevole quantità di umidità in risalita capillare contenuta nelle murature, nella fase di evaporazione dai muri e dunque nel passaggio dallo stato liquido (dentro al muro) allo stato gassoso (evaporazione), raffreddava superficialmente e in modo significativo la porzione inferiore dei muri rispetto alla porzione degli stessi muri asciutta, posta alle quote superiori.

«Dopo l’installazione dei dispositivi, a fine 2014, è stato eseguito un nuovo rilevamento termografico all’Infrarosso, con un risultato molto soddisfacente – spiega ancora il geometra Fava -. Le anomalie termiche superficiali dovute all’eccessivo raffreddamento inizialmente presenti sui muri erano pressoché scomparse. Il delta termico dopo poco più di un anno si posizionava ben al di sotto di 1 °C. in tutte le zone oggetto di indagine. A testimoniare la notevole differenza di comfort ambientale, erano gli stessi ufficiali addetti al controllo e soprattutto dai Militari che lavoravano e dormivano nei locali prima ammalorati. Come primi beneficiari confermavano la scomparsa dei cattivi odori presenti prima dell’installazione dell’apparecchiatura  CNT® Domodry®  e la creazione di un ambiente sano ed asciutto».

 

Il risultato dell’Accademia Militare di Modena è confermato nel tempo. Il geometra Andrea Fava ha eseguito una verifica di mantenimento del risultato il 21 aprile 2021. Clicca qui per scoprire cosa è emerso.

andrea fava