Carla Tomasi, restauratrice ed esperta nella conservazione dei beni culturali, ci racconta la storia di come è stata sconfitta l’umidità di risalita grazie al sistema a neutralizzazione di carica CNT

 

«Come restauratrice, posso affermare senza alcun dubbio che l’umidità e, in particolare, l’umidità di risalita sono i nemici principali per la conservazione dei beni culturali». A spiegarlo è Carla Tomasi, professionista con anni di esperienza in tema di restauro e conservazione dei beni culturali. «Il mio incontro con la CNT, la tecnologia a neutralizzazione di carica, risale agli albori. Quando ancora in pochi in Italia l’avevano testata. Oggi, a distanza di oltre dieci anni, ci ritroviamo a confermare ciò che già avevamo compreso fin da subito. Grazie a questo sistema innovativo, non invasivo e semplice da implementare, si è aperta una reale possibilità di mettere in salvo centinaia di opere ed edifici, storici e non solo».

Le parole di Carla Tomasi sono la conseguenza di sperimentazioni fatte sul campo. In particolare, in Piemonte, la restauratrice ha impiegato la CNT per risolvere l’annoso stato di degrado in cui versava una delle cappelle (la XIII) più prestigiose del Sacro Monte di Orta inserita nel Patrimonio dei beni Unesco.

«La situazione di partenza era gravissima – racconta la conservatrice -. I Sacri Monti sono caratterizzati da microclimi umidi, le cappelle sono immerse fra il verde di zone boschive e gli ambienti delle cappelle non sono confinati e pertanto aperti all’accumulo di foglie e alla frequentazione di insetti e animali di ogni tipo. Ad Orta, per tentare di salvare la cappella, si era già provveduto a un intervento di restauro che aveva scavato intorno al muro perimetrale dell’edificio un vespaio di circa un metro per 70 centimetri, allo scopo di arieggiare il basamento dell’edificio. Tuttavia, il problema non era scomparso, con grave danno non solo ai dipinti sulla storia di San Francesco, ma anche alle prestigiose statue di terracotta policroma che raccontano un momento di vita del santo».

A peggiorare la situazione, era inoltre il continuo cambio termico: le cappelle (essendo aperte) sono soggette più di altri ambienti agli sbalzi termici e di stagione. Il clima più secco, anziché migliorare l’umidità, aveva l’unico effetto di far riaffiorare repentinamente i sali dalla muratura e dalle statue in terracotta policroma, aumentandone il degrado. «Nel corso dei lavori – prosegue Carla Tomasi – ho proposto la soluzione CNT e la Soprintendenza si è dimostrata molto collaborativa. L’allora responsabile del procedimento, architetto Manuela Salvitti, ha partecipato a Matera a un evento che illustrava la tecnologia, con una relazione della Soprintendente della Liguria Angela Acordon. Convinta della qualità di ciò che si proponeva, abbiamo installato l’apparecchio. Ad oggi sono passati quasi due anni e la cappella è asciutta».

La CNT sarà ora impiegata da Carla Tomasi anche per il risanamento della cosiddetta Palazzina Bonci, edificio di caccia di due piani che fa parte del complesso di Villa Pamphilj a Roma e caratterizzata da inserti lapidei di pregio, recuperati dagli scavi archeologici della zona circostante. Del resto, la tecnologia CNT è già stata protagonista di successo nel recupero di questo complesso. Nel Casino del Buon Respiro, una delle sedi di rappresentanza del Governo Italiano, location di incontri politici internazionali e affetto da un annoso problema di umidità di risalita capillare, il problema è stato risolto proprio grazie all’applicazione della CNT. Nel corpo centrale dell’edificio, fatto edificare a partire dal 1644 dal Pontefice Innocenzo X, nel 2017 è stata applicata la tecnologia a neutralizzazione di carica. Il problema è stato risolto come attestato dal collaudo finale già effettuato e, proprio questa settimana, si svolgerà una verifica di controllo finalizzata ad attestare il mantenimento nel tempo della completa asciugatura delle murature, già raggiunta in precedenza.

 

 

Biografia  della restauratrice Carla Tomasi

Nel corso di un’attività ormai quasi quarantennale nell’ambito del settore specialistico della conservazione e del restauro di Beni Culturali, Carla Tomasi ha maturato una notevole esperienza che l’ha portata ad essere protagonista di alcuni tra i restauri maggiormente significativi che hanno interessato il Patrimonio Storico ed Artistico Italiano.

Tra questi si segnalano i siti riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’Unesco come l’Arco di Costantino a Roma, la Cappella Palatina a Palermo, l’Arena di Verona, la Cappella della Sacra Sindone a Torino, le cappelle XXVIII del Sacro Monte di Varallo e XIII del Sacro Monte di Orta S. Giulio, la Domus Aurea a Roma, il Complesso monumentale di San Paolo Maggiore a Napoli.

Terminati gli studi presso l’Istituto Centrale del Restauro nel 1982, Carla Tomasi fonda la propria impresa e in pochi anni inizia a lavorare su monumenti e opere di assoluto rilievo. Nel 1985 è capocantiere nel restauro dell’Arco di Costantino (patrimonio UNESCO), cui seguiranno i restauri di oltre 180 opere pubbliche in tutta Italia.

È specializzata nel restauro di materiali lapideo, superfici decorate dell’architettura, dipinti murali, stucchi e superfici dorate, mosaici, siti archeologici, dipinti su tela e su tavola, manufatti lignei e fittili.

Dal 2004 al 2008 partecipa al restauro della Cappella Palatina di Palazzo dei Normanni a Palermo, anch’essa patrimonio UNESCO dove provvede al restauro dei mosaici greco-bizantini e del soffitto ligneo in “muqarnas”, decorazioni tipiche della cultura araba, sulle quali è rappresentato – nel più grande ciclo pittorico di cultura araba medioevale al mondo – il paradiso terreste.

Nel 2016 viene avviato il cantiere della Cappella della Sacra Sindone di Torino, vincitore del premio European Heritage Awards 2019 di Europa Nostra. Per reintegrare gli elementi strutturali e decorativi in marmo, danneggiati nell’incendio del 1997, si è proceduto modellando in 3D tutte le parti distrutte, fresando le forme nel poliuretano espanso, e colando una malta elaborata appositamente per ricreare la tonalità del marmo di Frabosa.

Specializzata nel restauro di emergenza, è intervenuta nei piani di messa in sicurezza per i beni danneggiati in seguito al sisma dell’Aquila con il cantiere pilota della Chiesa di San Silvestro.

Per l’esecuzione degli interventi coinvolge e coordina professionalità e laboratori di elevate competenze tecniche, scientifiche e culturali proponendo applicazioni, specifiche all’intervento,  di materiali innovativi e nuove modalità operative notevolmente vantaggiosi rispetto all’operatività convenzionale.

carla tomasi