A Genova, dove l’umidità è di casa, sono numerosi gli interventi di risanamento che utilizzano con successo la CNT. È il caso della chiesa di Santa Maria Maddalena, qui la tecnologia è stata inserita anche nei seminterrati.

L’acqua fa parte del DNA del tessuto urbano di Genova, fitto e compatto. Nel capoluogo ligure, e in gran parte dalla regione, l’acqua scorre verso il mare, cadendo, scivolando, saltando e risalendo lungo le mura degli edifici. Così accade che, nel centro storico, la chiesa di Santa Maria Maddalena e San Girolamo Emiliani, più comunemente conosciuta come chiesa della Maddalena, veda lentamente sgretolarsi i marmi bianchi di Carrara che danno forma ai suoi altari e alle colonne che delimitano le navate, mentre nei seminterrati i pavimenti presentino sempre più infiltrazioni e le pareti rigonfiamenti dell’intonaco.

Costruita tra la fine del XVI secolo e la prima metà del XVII sul sito di un edificio religioso più antico, la chiesa di Santa Maria Maddalena si affaccia sull’omonima piazza e dà il nome all’intero quartiere della Maddalena, anticamente uno dei sestieri in cui era suddivisa la città, ovvero una delle sei frazioni nelle quali un tempo una città poteva essere ripartita.

La chiesa si caratterizza per tre navate delimitate da colonne binate (coppie di colonne ravvicinate), e un’alta cupola sopra al transetto; lungo ciascuna delle navate laterali si trovano tre altari.

Ing. Massimo Cesana
Ing. Massimo Cesana

Di fronte al graduale, crescente degrado di questo luogo di culto, oltreché importante polo di attrazione turistica, il parroco, Don Paolino Diral, supportato dalla sua segretaria, l’efficiente Roberta Tamburini, non si lascia intimidire e cerca una soluzione. In suo aiuto, una fedele, che di professione è decoratrice, segnala la possibile risposta al problema: la tecnologia CNT. «È così, da un passaparola, che nel 2018 vengo chiamato a fare un sopralluogo nella chiesa della Maddalena e a spiegare al sacerdote la tecnologia CNT – racconta l’ingegner Massimo Cesana, consulente per la Liguria di Domodry –. All’interno della chiesa, che il deterioramento dei marmi fosse figlio dell’umidità di risalita era evidente, è un inconveniente molto diffuso sul nostro territorio, caratterizzato dall’estesa presenza di acque sotterranee. Quindi, far comprendere l’affidabilità della nostra soluzione non è stato difficile, alle nostre spalle, solo in Liguria abbiamo 238 installazioni di apparecchi CNT, dimostrazioni tangibili della funzionalità».

Contrapposti al caso della vicina chiesa di San Martino che, afflitta da analogo problema di umidità, da cinque anni lotta invano per risolverlo con soluzioni evidentemente non adeguate, gli esempi di efficacia della tecnologia CNT hanno convinto Don Paolino.

Nella chiesa della Maddalena, rilevate le irregolarità termiche nelle murature, dovute alla presenza di acqua, attraverso l’indagine termografica, per una più accurata valutazione del problema di umidità è stato fatto un prelievo ponderale che ha consentito la misurazione del contenuto d’acqua in un campione di materiale lapideo, mediante la determinazione della perdita di massa dopo essiccamento. Sono quindi stati installati tre apparecchi CNT: due con raggio di quindici metri e uno con un raggio di sei. I risultati sono stati evidenti molto rapidamente. Già dopo solo sei mesi Don Paolino ha potuto vedere con chiarezza il cambiamento negli altari e nelle colonne «e ha deciso di ampliare l’intervento ai seminterrati che accolgono la canonica e altri spazi utilizzati ad esempio per le riunioni dei boy scout – aggiunge Cesana -. Qui l’umidità risultava ancora più clamorosa e invasiva. I pavimenti in pietra trasudavano acqua. Oggi invece, dopo aver istallato due apparecchi CNT, tutto risulta asciutto. Il 14 ottobre 2021 abbiamo eseguito l’ultimo sopralluogo: lungo lo sviluppo verticale delle murature le risultanze termografiche hanno evidenziato la sostanziale scomparsa del fenomeno di umidità di risalita capillare, confermata anche dagli esiti delle prove ponderali condotte nella fascia inferiore di muratura, tanto nella chiesa, quanto nei seminterrati».

Adesso Don Paolino potrà decidere di avviare eventuali interventi di ristrutturazione per ripristinare i danni provocati nel tempo dall’umidità e restituire alla chiesa settecentesca, incastonata nel cuore della città, la grandiosa bellezza che le appartiene.

 

 

 

 

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Visibile e Termogrammi Rif. Scatto T 15