Da bottega di ferramenta a magazzino e deposito. Fino alla nuova vita attuale: uno spazio espositivo per mostre di arte contemporanea. E’ la storia dell’Art Space Il Giardino Bianco di Venezia, 230 metri quadrati, suddivisi in tre sale comunicanti e tre corti (una coperta e due all’aperto), destinati a ospitare mostre ed eventi. Una location di eccezione, perché è ubicata in via Garibaldi, esattamente nel crocevia fra i Giardini della Biennale e l’Arsenale.

Il piccolo locale, inserito in un edificio d’epoca e che un tempo ospitava un esercizio pubblico, è rinato grazie al progetto di risanamento dell’architetto Antonio Zanon. «I lavori – racconta lo stesso Zanon – sono stati eseguiti nel 2016 e hanno comportato il rifacimento di infissi e pavimentazione, la ripulitura dei muri dal vecchio intonaco oltre che la realizzazione in tutto il locale di una vasca di contenimento per l’acqua alta». In questo modo, l’immobile – che nei catasti risulta citato a partire dal 1899 ed è stato oggetto di diversi rimaneggiamenti – è tornato a vivere con l’aspetto originario, grazie anche alla scelta di lasciare a vista le pareti.

«Un problema, tuttavia, restava irrisolto – prosegue l’architetto -. Il locale era affetto da un annoso problema di umidità di risalita. Per questo, ho consigliato alla proprietaria di applicare la tecnologia CNT, di cui ero venuto a conoscenza anche rispetto ai risultati garantiti e scientificamente provati». Il 19 gennaio 2018 la proprietà ha installato un impianto di Cnt. L’apparecchio è stato inserito in un punto poco visibile ai visitatori e ha coperto l’intera superficie. «Il risultato è arrivato così come nelle attese», conclude Zanon, che a ottobre ha assistito all’ultimo rilievo termografico. Se a gennaio del 2018 il fronte di umidità da risalita capillare nell’edificio superava il metro e mezzo, nelle ultime indagini e nelle  termografie eseguite nel medesimi punti a distanza di tre anni, le anomalie sono scomparse. Il muro è dunque completamente asciutto e l’ambiente è risanato, così da garantire massimo comfort e salubrità ambientale.

«Un beneficio che si percepisce immediatamente entrando nell’atelier – conferma Zanon – e che fa la differenza, specie in una città come Venezia dove le murature a piano canale sono sempre intrise di acqua salina e irrimediabilmente compromesse». La tecnologia CNT non a caso è stata più volte, con successo, impiegata nella città della laguna. Nella banca dati oggetto di studio del CNT-APPs figurano oltre 72 edifici fra quelli sottoposti al vaglio del Gruppo di ricerca. Tutti hanno evidenziato i medesimi risultati che vi mostriamo nel video che potete visionare cliccando qui.

Biografia dell’Arch. Antonio Zanon oltre la foto de Il Giardino Bianco.

 

Biografia dell’Arch. Antonio Zanon

Laureato allo IUAV dopo i primi anni di pratica fonda nel 2004 a Venezia con l’arch. Ruggero Dipaola lo studio associato in essere fino al 2020; attività prevalente dello studio associato ed ora dello studio del solo architetto Zanon è quella della progettazione del recupero del patrimonio edilizio storico esistente. Tra gli ultimi progetti il restauro del palazzo dei Camerlenghi, sede della Corte dei Conti ed il progetto del completamento del restauro della ex Chiesa della Misericordia a Venezia. Numerosi i concorsi di progettazione dove sono stati conseguiti piazzamenti d’onore e qualche vittoria come nel caso della “Piazza di Giavera del Montello”. Il progetto di una abitazione bifamiliare al Lido di Venezia è stato insignito della menzione d’onore al Premio di Architettura della città di Venezia. Numerosi i progetti di arredo su misura e l’attività legata alla ideazione e direzione degli allestimenti di mostre d’arte; all’interno dell’associazione culturale “archituned” è co-curatore delle ultime due edizioni del Venice Architecture Film Festival. Ultime pubblicazioni “Il restauro del Palazzo dei Camerlenghi – Prismi editrice” e per un progetto di concorso “Curare lo spirito – Gangemi editore”.